AUDIOBOOK
51 minuti | 16 capitoli
testo MARIO LUZI
colonna sonora GIANCARLO DI MARIA
presentazione DAVIDE RONDONI
FUORI CATALOGO
La Passione, commissionata a Mario Luzi da Giovanni Paolo II per la Pasqua del 1999, è un monologo di forte valenza sacrale ed emotiva in cui Gesù si rivolge al Padre per esprimere il suo sgomento. Questo nucleo fondamentale è scandito da passi evangelici e veterotestamentari e seguito dall’intervento del Testimone della Passione.
Maria Giovanna Maioli dà voce a Gesù, Franco Costantini ai passi dal Vangelo, Gabriele Marchesini ai passi dall’Antico Testamento, Renzo Morselli al Testimone della Passione. La colonna sonora di Giancarlo Di Maria, costruita su un background classico ma permeata di contemporaneità, crea con il testo un’entità nuova restituendo il senso di un dramma fuori dal tempo e insieme straordinariamente attuale.
PRESENTAZIONE
Eseguire la Passione non è come una delle altre mille e mille possibili esecuzioni. Occorre superare ogni remora. E avere ogni remora. Occorre lasciare ogni rispetto, e avere tutti i rispetti. Lo sa bene Giovanna Maioli che ha voluto questa lettura su partitura musaica di Giancarlo Di Maria. E lo sapeva bene Mario Luzi, che me ne parlò – avuto quell’incarico da Giovanni Paolo II – con turbata sorpresa. Anche nel caso della sua scrittura si trattava di eseguire. E dunque di rischiare di metter la propria voce a dar rilievo possibilmente nuovo a un testo già dettato e confermato da secoli e da vastissimo consenso. Il che varrebbe per qualunque tentata riscrittura di classici, come si usa e si è sempre usato. Ma in questo caso, nel rischio di Luzi, e in quello consustanziale di Giovanna Maioli e del suo ensemble, brilla una scommessa più alta. E tremenda. Tanto da chiedere l’attraversamento di ogni rispetto, la sua deflagrazione in altro. Ovvero il passaggio dal rispetto alla immedesimazione. Non è possibile rispettare la Via Crucis, se non immedesimandosi. Qui sta la prima necessità che ha spinto Luzi, in apparenza oltre ogni rispetto, a scriver la voce pensante di Cristo.
È necessità drammaturgica, certo; occorre anche in questo teatro il punto di vista che prevale e ordina, se così si può dire, l’enorme potenza di pensiero e di suggestioni che, qui più che altrove, la scena sprigiona. Ma è anche per così dire necessità iniziale, avere un punto di immedesimazione, così da non restare, pur scrivendone, esterno a questa scena che non sopporta spettatori, poiché è il teatro supremo dell’uomo e di Dio. Mi colpì in petto l’audacia di Mario. Ma ne compresi subito il motivo di umiltà. Non si trattava da parte dello scrittore di osare con immaginazione e arbitrio i pensieri di Gesù. Si è trattato, piuttosto, di accettare la regola ferrea e umanissima di questa scena. La cui ripetizione nei secoli ha solo un motivo: l’immedesimazione con Cristo. A questa legge, come fosse l’ultimo dei fedeli, l’ultima donna, l’ultimo bambino, lo scrittore, il grande poeta si è piegato. Non pretendendo di guardare da un chissà che punto d’osservazione, da chissà che specola di separatezza intellettuale lo svolgimento del sacro teatro.
Mi è capitato più avanti, accettando di scrivere una Via Crucis pure io, di trovarmi nella medesima stupita inquietudine. E risolsi di vivere quel testo assumendo il punto di vista di Pietro, che s’allontana dal suo grande amico mentre va al macello. Una Via Crucis dell’amico. Non ci si può esimere da tale dura esaltante umiltà. La parola di Luzi, il suo teatro della coscienza che già trovò forti prove in Ipazia, Hystrio, Il fiore del dolore, trova in questa messa in scena verbale un culmine. La materia con cui durante gli anni del suo teatro il poeta ha nutrito le tante discese nel fuoco della controversia di personaggi, epoche, figure note o umili, trova nel dibattito della coscienza di Cristo una somma e un riscatto. I temi della giustizia, della amabilità e terribilità della vita, della metamorfosi, della responsabilità, della ubris, della confidenza e della pietà si ritrovano nella voce di Cristo alle prese con il suo destino. Molti – troppi! – i punti in cui la voce di Luzi trova momenti da far mancare il fiato. Elencarli in questa nota non ha senso. Il lettore ne troverà i magnifici passi, sentirà mancare l’aria e, insieme, aprirsi l’orizzonte e l’abisso.
L’ensemble che RavennaPoesia ha convocato intorno al testo – uno dei suoi più belli per intensità e nitore – ha saputo interpretare i colori dell’azzardo luziano. Non paia eccentrica la scelta di interpretare con la femminile equilibratissima voce di Giovanna Maioli il farsi del pensiero di Gesù. Il nitido seguire il passo del testo senza forzature garantisce che le forze erompano dalle cavità giuste, dai laghi di visione, dalle intuizioni svettanti, e non dalla presunta regia del dicitore. In questo senso è una esecuzione fedele anche allo spirito e non solo alla lettera. È la voce di una coscienza che parla. E di che coscienza.
Cercare tinte agonistiche, tentare salti e puntare su altre abilità avrebbe significato promuovere un teatro inventato invece che quello, fissato per secoli, che è pieno di ogni tumulto e di ogni dramma possibile: dal sangue alla vista della madre, ai colpi agli sputi, fino all’innalzamento feroce del patibolo contro il cielo. Voglio dire che la cadenza senza scosse della voce interiore di Cristo dà rilievo per contrario a tutto il teatro che noi sappiamo esserci intorno, e a cui lei pure accenna.
Non c’era bisogno di altro. Uscire da ogni ristrettezza mimetica conferisce alla voce ancora più incidenza. Più silenzio dentro il serraglio feroce. Le altre voci, ognuna modulando tra ruolo e rischio, vanno a segno.
La musica di Di Maria, con partecipazione a tratti da sceneggiato, è un valido contrappunto alla tensione meditativa. Fa l’ottimo lavoro di seguire e vivere ritmicamente la sollecitudine del pensiero. La sottolinea, mai prevaricando, mai rinunciando a farsi sorella, e dunque anche senza parole in paritaria immedesimazione. Se è vero che in ogni esecuzione c’è un rischio altissimo, è altrettanto provato che in ogni buona esecuzione il testo non solo si conferma, ma aumenta la sua umilissima potenza. In questo caso, tale aumento vale per il testo del poeta e il sacro testo a cui egli si è abbracciato.
E così la luce drammatica e però sfolgorante di vita della Passione aumenta la sua presenza tra gli uomini. Era questo, credo, a cui Luzi acconsentì con la sua opera e con la vita.
DAVIDE RONDONI
© riproduzione riservata
PARTI E VOCI RECITANTI
Gesù MARIA GIOVANNA MAIOLI
Passi dal Vangelo FRANCO COSTANTINI
Passi dall’Antico Testamento GABRIELE MARCHESINI
Testimone della Passione RENZO MORSELLI
TRACKLIST
01 Introduzione (MGM)
02 Gesù nell’Orto degli Ulivi (FC, MGM)
03 Gesù condotto di fronte alle autorità terrene (FC, MGM)
04 La sentenza (FC, MGM)
05 Gesù caricato della Croce (FC, MGM)
06 Gesù aiutato dal Cireneo (FC, MGM)
07 Gesù incontra le pie donne (FC, MGM)
08 Gesù e il pensiero della morte (GM, MGM)
09 Una donna pietosamente (GM, MGM)
10 Gesù e la famiglia umana (GM, MGM)
11 Il male e l’innocenza (GM, MGM)
12 Il lamento dei pietosi (GM, MGM)
13 Gesù e la terra degli uomini (FC, MGM)
14 È di uomo infatti l’estremo pensiero (FC, RM)
15 Resurrectio (FC, RM)
16 Coro, preghiera (RM, GM)
COPYRIGHT
1a edizione marzo 2013
ISBN 978-88-97728-04-7
ISRC ITJ3708001XX
testo Copyright © Garzanti Libri SpA, Milano
Edizione su licenza di Garzanti Libri SpA
Copyright © 2009 RavennaPoesia, Ravenna
Copyright © 2013 Quondam Project, Internet
CREDITS
produzione QUONDAM, PARAMETRI MUSICALI, RAVENNAPOESIA
organizzazione e supervisione MASSIMO MAZZONI
consulenza testo GALILEA MAIOLI
composizione e orchestrazione GIANCARLO DI MARIA
edizione musicale PARAMETRI MUSICALI
pianoforte e tastiere, programmazione suoni computer GIANCARLO DI MARIA
registrazione voci ALESSANDRO MARGOZZI
mixaggio e masterizzazione RICCARDO NANNI
realizzazione GIANCARLO DI MARIA | STUDIO PARAMETRI MUSICALI
progetto grafico WILMA GERMANI
cover L/B
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